Quattro Temi scelti ed analizzati sulla base di Serie Statistiche Storiche

LA COPERTINA “MANIFESTO”

Storia di un’emblema

Molti tarantini, probabilmente i più giovani, daranno per scontato che lo stemma della città di Taranto sia da sempre stato il personaggio di TARAS a cavallo del suo delfino mentre impugna il tridente. In realtà bisognerà aspettare il 20 Dicembre del 1935 purché esso diventi e si evolva in quello attuale.

Infatti, navigando in rete si può scoprire che sia TARAS che lo scorpione siano coesistiti per un certo periodo e che quest’ultimo si trovi effettivamente sullo scudo del figlio di Poseidone. Scudo che man mano nelle sue continue stilizzazioni è finito con l’essere omesso e di conseguenza lo scorpione divenuto secondario.

La scelta dell’aracnide ha principalmente tre valenze, una storica, una “geografica” e l’altra psicologica. Storicamente sarebbe stato Pirro, re dell’Epiro, intervenuto come alleato dei Tarantini nella Guerra contro Roma, ad aver suggerito la figura dello scorpione. Lo stesso guardando la città da un’altura, si accorse che la sua conformazione urbana richiamava l’immagine di uno scorpione. Infine i nemici avrebbero saputo che i tarantini erano pericolosi come scorpioni.

L’emblema cittadino rimase questo per oltre 17 secoli finché nel 1927 con decreto firmato da Vittorio Emanuele III e Benito Mussolini lo scorpione fu riconosciuto ufficialmente quale simbolo di tutto il territorio di Taranto e segno di continuità storica, per non far perdere le tracce dello stemma originario, che veniva pian piano rimpiazzato per l’appunto da quello col delfino.

Dove la Storia si incrocia con l’Arte e l’Arte con la Politica

La copertina richiama volutamente la corrente artistica-letteraria del Futurismo.

Si badi bene quindi che la scelta non sia un caso; oltre al fatto che l’istituzione della Provincia è avvenuta agli inizi del Ventennio Fascista, la città di Taranto ha avuto anche una parte all’interno del Futurismo, soprattutto politico.

Taranto fu una delle prime città d’Italia, preceduta soltanto da Firenze, Roma e Ferrara e seguita da Milano, oltre che la prima al Sud, a fondare un “Fascio Politico Futurista”.

Perfino il suo fondatore, Filippo Tommaso Marinetti, ebbe modo di visitare la città durante una sua conferenza “Dalle Odi Navali di D’Annunzio agli aeropoeti e aeropittori futuristi”, in data 4 Giugno 1938, presso il Teatro Littorio (oggi sede degli uffici della Sezione staccata della Commissione Tributaria Regionale Della Puglia).

Sempre nel Giugno del 1938, in occasione del Terzo Congresso Mondiale “Lavoro e Gioia”, Fortunato Depero venne incaricato di disegnare le illustrazioni degli stemmi comunali delle province italiane, riassumendone caratteri e prerogative delle città capoluogo. Queste furono realizzate a tempera, con una simbologia schematica ed emblematica. Tra quelle 96 illustrazioni vi è quella di Taranto che abbiamo voluto scegliere, più come “mascotte” che come logo vero e proprio, anche per una questione di diritti d’autore.

L’aforisma sulla cartolina originale si rifà a questa citazione di Benito Mussolini:”Sulle bandiere e sui gagliardetti fascisti delle Città marinare, deve essere inciso: Vivere non è necessario; è necessario navigare.”

Analisi grafica

Come background si hanno il rosso ed il blu, colori della città, che vanno ad incastrarsi come due triangoli rettangoli, richiamando così il tema della frammentazione che il Futurismo deve al Cubismo. In primo piano si ha il Font Futurista la cui ombra, bordo e colore riprende quelli dell’emblema di Depero (di cui se pur poco visibile in basso a destra si ha la firma). Infine ai quattro bordi, con uno schema ad incrocio, si hanno: la sagoma della Provincia e il suo stemma attuale, il logo del Servizio Civile e i due anni che si intersecano (1923 in verticale e 2023 in orizzontale).

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